L’Italia è un paese di straordinaria bellezza paesaggistica, culturale, storica e credo in particolare artistica. Una delle eredità più vive e visibili sono le ville ed i palazzi che decorano il paese da nord a sud. Ormai da tempo domiciliato a Lainate sono un costante ed appassionato frequentatore di Villa Litta e non potevo mancare l’opportunità di visitare la vicina Villa Arconati (Castellazzo di Bollate) nel giorno delle ville aperte settimana scorsa.
Non posso immaginare un luoghi migliori per eventi culturali che le ville costruite tra il XV ed il VXII secolo in barocco lombardo. La maestosa Villa Arconati si vede da lontano spuntare tra gli alberi in fondo ad una lunga via presidiata da due leoni e due obelischi anche passando in macchina sulla Varesina tra Bollate e Garbagnate.
Approcciando il edificio alla fine di Via dei Leoni la villa diventa sempre più imponente e mi rendo conto che il complesso è immenso. La mia immaginazione viaggia nei tempi passati e gloriosi di una Villa Arconati nel pieno splendore del 1700. I giardini francesi antistanti l’ingresso principale sono rari in Italia dove prevalgono (guarda caso) le installazioni di giardini italiani. Già all’ingresso inizio a stupirmi delle cattive condizioni di manutenzione dell’intonaco della villa. Appena entrato nel cortile ammiro le bancarelle del mercatino, una specie di farmer’s market di piccoli produttori locali che vendono tutto dal miele lombardo alle bacche di goji (?) della Cina. Le bancarelle sono molto curate con molti visi sorridenti ed un ambiente piacevole.
Da anni durante l’estate voglio visitare il cinema all’aria aperta allestito nella Villa Arconati o uno dei numerosi concerti, ma la mia prima visita cade su un sabato di splendido sole a fine settembre. Le stanze della villa sono aperti e non esito di entrare. Rimango veramente stupito. Nell’ala sinistra dell’ingresso principale trovo una enorme statua scolpita con mani molto abili in marmo bianco con un aspetto molto familiare. Su Wikipedia apprendo che si tratta del Pompeo Magno, la statua dell’imperatore Tiberio, portata qui da Galeazzo Arconati. La tradizione racconta che Gaio Giulio Cesare morì ai piedi di questa statua, colpito dalle pugnalate dei congiurati. Galeazzo Arconati era un collezionista apassionato che oltre a questa opera straordinaria possedeva opere come il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci poi donato alla Biblioteca Ambrosiana ed il monumento funebre a Gaston de Fox scolpito ed incompiuto del “Bambaja”, il probabile ma non certo allievo dello stesso Leonardo da Vinci.
Se prima notavo il cattivo stato di manutenzione delle facciate esterne, adesso mi rendo conto dello stato degli affreschi all’interno della villa. La villa mostra fortissimi segni di degrado ed è attaccata dall’umidità. Molte delle opere d’arte che decorano le stanze rischiano di scomparire. Molti affreschi e decorazioni soffrono e sono in cattivo stato di conservazione. Girovagando con la fotocamera nelle stanze vuote scopro una libreria con scaffali che raggiungono il soffitto, oggi vuoti. L’odore della carta è ancora presente nella stanza.
Diversi degli affreschi hanno un valore storico ed artistico altissimo. Sempre da Wikipedia apprendo che Villa Arconati ha affreschi dei fratelli Galliari, maestri del settecento ed abilissimi decoratori. In silenzio mi chiedo come mai nessuno protegge e cura queste opere meravigliose, ma presumo che il motivo sarà sempre lo stesso: mancanza di fondi. Mi riempie di tristezza e stupore. In Italia abbiamo talmente tanta arte storica che non abbiamo ne fondi, ne mezzi per conservarli tutti. Tanti angoli d’Italia potrebbero essere musei di una qualità da attirare turisti internazionali.
L’ala destra dell’edificio principale è ancora peggio. Pur presentando meno affreschi ed un maggior numero di decorazioni come sculture il cattivo stato di conservazione è eclatante. Molte stanze (e sono veramente tante) sono chiuse e lasciate a se. Informandomi e parlando con le persone vengo a sapere che oggi Villa Arconati è anche in uno stato migliore che non 10-12 anni fa dove dopo decenni di abbandono e progetti di recupero falliti è stata finalmente riaperta le prime volte al pubblico.
Capisco che il restauro è una meta distante e molto costosa e rimango con la domanda perché però piccoli accorgimenti come la semplice pulizia della stanze e l’areazione non vengono eseguiti con regolarità. Mi inoltro passeggiando nell’immenso giardino dove il mio stupore per la grandiosità di questa villa non fa altro che aumentare… vedi alcune delle tantissime foto che ho scattato quel sabato.
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