Sono appena tornato in Calabria, nel catanzarese. Il terzo anno di fila non solo perché mi piace ed ormai mi ci sento anche parecchio a casa, ma anche perché Amazing Everyday People #storiedellacalabria è nella sua incredibile 4a stagione. Altri video di storie di persone che fanno la differenza, altre storie di persone che ci fanno capire “chi, non cosa, sarà la Calabria del futuro.” Sono due anni in cui cerco (e trovo) sempre nuove storie di resilienza umana, di ingegnosità, di imprenditoria vera, di persone che sognano e ci credono in un territorio che più lo vivo più mi incanta. No, non è un territorio facile (ok, ammetto che l’ho scritto sopratutto per accontentare i cinici e gli increduli) ma è una regione che ha un potenziale sopratutto nell’ambito del turismo ecologico, culturale, slow, rispettoso dell’ambiente e delle persone incredibile. Proprio per la sua particolarità territoriale non è così facilmente standardizzabile e proprio per il carattere particolare e resiliente del suo popolo non è così facilmente corrompibile con il capitale quanto può sembrare – qui se sbagli rischi di perdere tutto e non c’è nessuno che ti tutela. Molte persone che vivono qui (dei poco meno di 2 milioni rimasti dell’intera regione) dicono: “Qui non c’è niente! O ti accontenti, o te ne vai da un’altra parte a lavorare.” E’ proprio quella la parte interessante. Se veramente non c’è niente, che già non è del tutto così, allora è tutto da costruire e dove tutto è da costruire c’è tantissimo da fare – solo che a quanto pare chi dovrebbe, o meglio potrebbe, essere al timone, sembra essere impegnato con altro o ha un focus molto diverso da quello che sarebbe la vocazione del territorio e della sua gente.
Molte persone che vivono qui (dei poco meno di 2 milioni dell’intera regione) dicono: “Qui non c’è niente! O ti accontenti, o te ne vai da un’altra parte a lavorare.”
Questa è una terra per imprenditori, per quelli che amano la libertà e quelli che si divertono a trovare sempre nuove soluzioni alle sfide di un mondo nel limbo tra tecnologia post-industriale, social media, il progressivo rendersi inutile dell’essere umano nei processi produttivi e l’enorme dubbio che forse in alcuni campi tra cui la produzione alimentare, faremmo meglio a fare qualche passo indietro. Qui la gente si ricorda ancora come si coltivano i terreni senza l’utilizzo dei pesticidi. Per fortuna l’agricoltura industriale per loro era troppo costosa, oltre al fatto che essendo diffidenti di indole, molti non hanno mai abboccato ai specchietti per le allodole – o almeno non sono andati fino in fondo perché fiutavano l’inganno. Oggi ci troviamo in un territorio che può partire da subito con le nuove tecniche che si basano sul recupero e sull’ottimizzazione delle vecchie usanze. Alcuni vanno anche oltre e tornano indietro nel tempo senza se e senza ma e senza fare compromessi. Mi riserverò per un altro articolo di tornare su questi argomenti. Oggi vi voglio raccontare come è iniziato #storiedellacalabria.
L’inizio di Storie della Calabria
Circa due anni e mezzo fa ho iniziato a creare piccoli video documentari, perché avevo bisogno di ritrovare me stesso dopo un periodo difficile, ma faticavo ancora a trovare il tempo e la forza mentale per dedicarmi a pieno. Quando faccio una cosa, mi viene naturale di pensare in grande e quindi per me la serie doveva avere carattere ed impatto internazionale, insomma doveva fare parlare di se. Avevo in programma di intervistare una serie di amici straordinariamente capaci, visionari e di successo conosciuti nel tempo e sparsi per il mondo: USA, Brasile, Australia, Thailandia, Germania, Spagna, Emirati Arabi, chi più ne ha più ne metta. Proprio l’estate prima del progetto di iniziare seguo la mia ragazza in Calabria come tante altre volte in visita dalla sua famiglia e passare giorni spensierati a fare bagni nel mare cristallino a Soverato, ma questa volta va diversamente. Ritrovato il mio spirito d’avventura cerco attività da fare e per coincidenza chiamo Nico Mari, un “avvocato istruttore di SUP” a Soverato e già al telefono ho capito che con Nico dovrò fare anche un video. Non avevo idea di dove mi avrebbe portato questo incontro.
Nico è una persona con talmente tanto spirito di avventura e voglia di vivere che era praticamente una sorta di “gatekeeper” (colui che detiene le chiavi per un grosso portone) per un mondo di Amazing Everyday People. Conoscendoli uno dopo l’altro mi diedero l’impressione che quell’idea diffusa e stereotipata di Calabria forse corrisponde in una maniera molto più limitata alla realtà di quanto anni di scandalismo nei media ci hanno fatto credere. Se non era così, allora era da tempo in atto una trasformazione, direi quasi una vera rivoluzione dal basso che vede come protagonisti persone di tutte le età e di tutti i background che in barba a tutte le difficoltà ed i preconcetti stanno facendo del loro patrimonio storico-gastronomico-culturale-naturale qualcosa di straordinariamente piacevole per tutti. Una sera molto allegra a suon di hamburger di podolica e vegetariano da Rizzi’s, con birra artigianale calabrese e dopo aver conosciuto anche Marco Rizzitano, mi si è accesa la famosa lampadina. Forse è stata proprio quella fine serata li che ascoltando il vociferare ho pensato che la mia serie, che non era ancora veramente nata, dovrebbe avere un #, un capitolo che distingue le storie dalle altre. Non solo non serviva viaggiare in capo al mondo per raccontare Amazing Everyday People (le persone fantastiche di tutti i giorni), ma avevo proprio un mondo di persone e di storie fantastiche davanti a me, in Calabria. Oltre a sentirmi quasi in obbligo (sociale) di doverle fare conoscere a più persone possibili, non ero nemmeno un esterno o un alieno – ma al contrario, facevo già parte di quella società. Negli anni che frequentavo la Calabria pensavo di conoscere, pensavo di sapere, ma prima di quel momento non sapevo niente. Sapevo solo quello che la massa ed i media di massa mi avevano fatto credere: Qui puoi venire solo d’estate a fare il bagno ed a divertirti un po’, poi non c’è niente, meglio che scappi. Invece c’è un mondo affascinante, tradizionale ed al contempo incredibilmente moderno, nascosto davanti a tutti in piena vista.
Conoscendoli uno dopo l’altro mi diedero l’impressione che quell’idea diffusa e stereotipata di Calabria forse corrisponde in una maniera molto più limitata alla realtà di quanto anni di scandalismo nei media ci hanno fatto credere. Se non era così, allora era da tempo in atto una trasformazione, direi quasi una vera rivoluzione dal basso che vede come protagonisti persone di tutte le età e di tutti i background che in barba a tutte le difficoltà ed i preconcetti stanno facendo del loro patrimonio storico-gastronomico-culturale-naturale qualcosa di straordinariamente piacevole per tutti.
Il fatidico incontro con Caffè Guglielmo
Sapevo benissimo che potevo creare le storie e che avrebbero avuto successo, ma non immaginavo quanto successo. Per quanto scarsi fossero i mezzi di produzione a mia disposizione, bastavano per iniziare a produrre ad un livello sufficientemente professionale da potere pubblicare sui social ed essere presi in considerazione. Non avevo canali e non avevo un audience e peggio ancora, ero consapevole che ci vorrebbero mesi per costruirlo da zero. Quello che non mi aspettavo è che un brand importante, stabile e rinomato come Caffè Guglielmo potesse non solo interessarsi, ma anche affezionarsi talmente tanto all’idea di raccontare storie della Calabria contemporanea, “contro-tendenza” al resto della comunicazione mediatica, da mettermi a disposizione un audience di oltre 22 mila like su Facebook – praticamente sulla fiducia. A distanza di più di due anni dalla prima serie possiamo guardare indietro e dire che qualcosa abbiamo fatto: Oltre 1 milione e mezzo di visualizzazioni su diversi canali di social media, innumerevoli commenti, molto entusiasmo ed apprezzamenti dopo, partiamo con una nuova serie, la 4a in totale, la 3a sostenuta da Caffè Guglielmo e fortemente voluta dal brand. Di certo e nel concreto possiamo dire di avere restituito qualcosa: a Palermiti (CZ) è nato un teatro grazie alla storia di Palermiti Artem, qualcuno in più adesso si rende conto quanto lavoro fanno Caretta Calabria Conservation ogni anno per proteggere i nidi delle tartarughe o quanto senso civico c’è dietro Costa Nostra per il recupero della bellissima spiaggia di Curinga dalla plastica rigurgitata dal mare nel Golfo di Lamezia Terme. Ma queste sono solo alcune storie e non chiedetemi mai quale fosse la mia preferita – sarei seriamente in difficoltà e non saprei rispondere.
Non vedo l’ora di raccontare le prossime e sono convinto che la Calabria nei prossimi anni diventerà un luogo che tutti vorranno e dovranno visitare almeno una volta nella loro vita. C’è una vera e propria rivoluzione silenziosa in atto che ormai è troppo avanzata per potere essere fermata.
A distanza di più di due anni dalla prima serie possiamo guardare indietro e dire che qualcosa abbiamo fatto: Oltre 1 millione e mezzo di visualizzazioni su diversi canali di social media, innumerevoli commenti, molto entusiasmo ed apprezzamenti dopo, partiamo con una nuova serie, la 4a in totale, la 3a sostenua da Caffè Guglielmo e fortemente voluta dal brand.
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