L’estate è quella stagione in Italia dove tutti dimenticano i problemi. Fa caldo e passiamo molto tempo all’aria aperta, incontriamo gente, facciamo amicizie e ci arricchiamo di nuove conoscenze. Passiamo del tempo al mare che per quanto possa essere affollato, la presenza degli altri non ci disturba. Siamo al mare e lì va bene cosi. Al mare tutto va bene perché (molti) sono lontani dalla loro quotidianità. In estate ceniamo fuori o invitiamo i vicini a casa, facciamo la grigliata e stiamo bene con noi stessi. Dimentichiamo tutto quello che non va. Tanto c’è tempo per dopo l’estate per risolvere tutto – adesso ci godiamo la vita.
Ma perché solo in quel momento? Perché solo in estate al mare? Perché limitarsi a vivere in pieno uno o al massimo tre mesi dell’anno?
Fortunati noi italiani che viviamo in un paese dove milioni di persone del mondo vorrebbero passare le ferie, o dove vorrebbero trasferirsi per vivere e scoprire tutto quello che l’Italia offre – tutto l’anno. Abbiamo tantissime ricchezze che comprendono quelle della cultura culinaria, quella del patrimonio architettonico / artistico, quella del patrimonio naturale / paesaggistico, abbiamo tra le montagne più belle al mondo e poi abbiamo anche la nostra bellissima estate al mare che ci ha fatto diventare tanto famosi con i popoli del nord d’Europa. Tedeschi, Olandesi ed Inglesi credono ancora – dovuto all’agosto in vacanza – che in Italia nessuno lavora, mai, e tutti sappiamo che non è proprio così. Perché noi stessi vogliamo raccontarci a tutti i costi che qui niente va bene? Forse la ricchezza più grande, quella che abbiamo in abbondanza, quella che dimentichiamo molto spesso e quella non viene valorizzata: Sono gli italiani.
Sono quelle persone che incontriamo tutti i giorni in questo paese, molti di noi anche allo specchio ne vedono uno. Nel mondo credono ancora che italiani sono tutti bassi con i capelli ricci neri, i baffi, la coppola o il cappello, la pelle olivastra e puzzano di aglio ed altri ingredienti della loro cucina etnica. Si, la cucina italiana è una cucina etnica. Gli italiani sono stranieri in moltissimi paesi del mondo dove hanno portato con eccellenza questa stessa cucina tanto amata in tempi dove l’Italia non riusciva a garantirgli una vita o un futuro. Quanti bambini nel mondo oggi alla domanda del piatto preferito rispondono: Pizza!? Li conoscono anche come persone allegre che amano la compagnia, il buon cibo, il vino e che sanno stare bene con tutti, accolgono tutti ed insegnano a tutti un po’ della loro cultura meravigliosa e ne vanno tanto fieri. Anche in quei paesi che li ospitavano non tutti gli italiani si sono sempre comportati bene ed in molti casi gli italiani sono stati maltrattati e discriminati. A volte meritatamente ma molto, molto spesso senza alcun motivo.
Oggi gli italiani in Italia sono bianchi, neri, gialli, rossi e misti di tutti i colori che l’umanità offre. Lo spirito e l’identità sono rimasti gli stessi e non sono definiti dal colore o dalla provenienza, ma dell’unità culturale, territoriale. L’Italia è unica ed e fatta dagli italiani, ma non è automatica e se oggi ci sono minoranze che cercano di spaventare le masse con campagne anti-straniero, basta ricordare che solo 50 anni fa lo spauracchio era il meridionale che migrava verso nord. Si, sicuramente il nord è cambiato con le migrazioni, ma non è finito, non è collassato e non è affondato ma si è arricchito di nuova conoscenza e di nuove abitudini che prima non c’erano.
Il problema non sta nell’immigrato, ma con tutti quelli che spaventati da un futuro più incerto non fanno altro che lamentarsi invece di cogliere ogni giorno come nuova opportunità per fare meglio di ieri. La rete internet ed i social media ci hanno dotato di mezzi di incredibile potere per diffondere positività, progetti, proposte, miglioramenti, pace ed amore. Mai nella storia dell’umanità la singola persona ha avuto così tanto potere mediatico, mai nella storia dell’umanità l’individuo ha avuto tanta libertà di espressione.
Per cosa stiamo utilizzando questo potere? La rete è piena di commenti negativi, di critiche gratuite (dell’ovvio) e di “rumore di fondo”. Dove è finita la voglia di imparare dagli errori del passato per migliorare?
Pioggia e nebbia dall’inizio della settimana confermano che l’estate per quest’anno probabilmente ci ha salutato. Le nostre abitudini ci preparano all’autunno che come ogni stagione ha le sue particolarità. In autunno abbiamo più tempo per riflettere. Davanti ad una buona tazza di tè o un latte-macchiato abbiamo il tempo di vedere con attenzione quello che succede intorno a noi. Smettiamola di dare le colpe agli altri e di aspettare che qualche politico risolva la nostra insoddisfazione, o qualche imprenditore ci dia un lavoro. Non succederà. Se non c’è lavoro – creiamolo. Se la strada è sporca – puliamola. Se il vicino non si comporta bene – parliamo con lui.
Dobbiamo capire che il cambiamento che tutti desideriamo inizia in noi stessi: E’ importante vedere che chi si lamenta con tanto rumore non agisce, non fa proposte e non cresce. Si lamenta e basta. Concentriamoci su tutto quello che possiamo cambiare, per quanto crediamo che sia poco e non avremo più tempo per lamentarci tanto.
Intanto i ricordi di una bellissima estate calda con tanti sorrisi dei più piccoli ci danno la carica per riaverli cosi, forse ancora più belli, nella prossima estate.
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